ITERUM RUDIT LEO
Via Padova, l’inizio della fine?
L’ennesima ingiustizia ai danni di vittime inermi, soffocate dalla barbara società occidentale, insensibile e mai terzo-mondista a sufficienza, oppure un banale dissidio che ha fatto degenerare un qualcosa che era già ben definito nelle menti degli autori?
L’immancabile e, come sempre, inutile marcia di protesta dei centri sociali a favore di un’integrazione, che non viene mai cercata nei fatti, si è risolta nella solita melassa anti dei soliti noti, ormai con i capelli bianchi per motivi d’età e non di vergogna.
Di sicuro ci sono dei clandestini che non cercano disperatamente lavoro per migliorare la loro esistenza, come quella della loro famiglia. La legge è chiara, non lascia adito a dubbi, si applichi e basta. Chi ha voglia di lavorare non gira con i coltelli in tasca, cerca lavoro.
La conquista del territorio parte dalla frange esterne e poi, cerca di accentrarsi per arrivare ai posti migliori. Dobbiamo cedere il territorio, nostro, perché hanno coltelli e rabbia?
Razionalizzare le cose, pochi e semplici concetti, partendo dalla lingua e tradizioni locali che vanno conosciute e rispettate e dal rispetto della legge.
Gli sfruttatori nostrani vanno puniti e ben consigliati dal non agire in maniera truffaldina e ingorda, dall’altra parte va ribadito che qui siamo in Italia. Punto.
Un amico mi ricordava che in Canada la legge sull’immigrazione è del 1962, con poche aggiunte dovute all’avanzare dei tempi, ma è sempre in vigore.
Quindi, ci vuole solo chiarezza di idee, e poi seguire nel solco giusto, anche se la genesi è dovuta all’altra parte politica.
Les banlieus sono lì, a stretto giro di posta, nessuno le vuole, se non i terroristi, i senza cervello, gli intrallazzatori, i politici di basso profilo e gli approfittatori.
In caso di disastro il santo giusto è ben presente da noi, San Marco.
Italo Muti
L’ennesima ingiustizia ai danni di vittime inermi, soffocate dalla barbara società occidentale, insensibile e mai terzo-mondista a sufficienza, oppure un banale dissidio che ha fatto degenerare un qualcosa che era già ben definito nelle menti degli autori?
L’immancabile e, come sempre, inutile marcia di protesta dei centri sociali a favore di un’integrazione, che non viene mai cercata nei fatti, si è risolta nella solita melassa anti dei soliti noti, ormai con i capelli bianchi per motivi d’età e non di vergogna.
Di sicuro ci sono dei clandestini che non cercano disperatamente lavoro per migliorare la loro esistenza, come quella della loro famiglia. La legge è chiara, non lascia adito a dubbi, si applichi e basta. Chi ha voglia di lavorare non gira con i coltelli in tasca, cerca lavoro.
La conquista del territorio parte dalla frange esterne e poi, cerca di accentrarsi per arrivare ai posti migliori. Dobbiamo cedere il territorio, nostro, perché hanno coltelli e rabbia?
Razionalizzare le cose, pochi e semplici concetti, partendo dalla lingua e tradizioni locali che vanno conosciute e rispettate e dal rispetto della legge.
Gli sfruttatori nostrani vanno puniti e ben consigliati dal non agire in maniera truffaldina e ingorda, dall’altra parte va ribadito che qui siamo in Italia. Punto.
Un amico mi ricordava che in Canada la legge sull’immigrazione è del 1962, con poche aggiunte dovute all’avanzare dei tempi, ma è sempre in vigore.
Quindi, ci vuole solo chiarezza di idee, e poi seguire nel solco giusto, anche se la genesi è dovuta all’altra parte politica.
Les banlieus sono lì, a stretto giro di posta, nessuno le vuole, se non i terroristi, i senza cervello, gli intrallazzatori, i politici di basso profilo e gli approfittatori.
In caso di disastro il santo giusto è ben presente da noi, San Marco.
Italo Muti