mercoledì, marzo 19, 2014

IL LUPO SIBERIANO NON METTE FRENCH

I tre giorni del lupo e non più del condor è il film più visto nelle ultime settimane in mondovisione. Un lupo siberiano, ça va sans dire. Alla fine Vladimir Putin ha sapientemente fatto le sue mosse, in completo contropiede, osando il giusto dopo le mosse scriteriate di un'America bolsa e prevedibile che ha lasciato sguarnito il fianco a reazioni già preventivate, ma in attesa di un segnale. Lo spontaneismo patriota ucraino, che assomigliava tanto ai ribelli siriani istruiti dalla Cia, ha colpito gli animi più dediti alla poesia del Grande Fratello 13 che agli incroci geopolitici, ma gli inveterati cinici che conoscono la parola introfletter sanno benissimo che le stelle e strisce hanno portato questa strana ribellione alle porte di Mosca. Guarda caso quella stessa Mosca che puntella Damasco che non riesce ad implodere come la Libia. Era stato pure raggiunto un accordo fra ribelli, Mosca e i diplomatici occidentali, ma poi gli ucraini appoggiati da gruppi di estrema destra europei in ordine sparso hanno tentato il colpo gobbo, assaltando il palazzo di Yanukovich. Ecco che Putin, che si aspettava questa mossa, dà il via ai militari infiltrati che incominciano a pressare in Crimea, per poi arrivare a parà, basi navali, referendum, annessione. Scac co matto in tre mosse, a meno che non consideriamo le minacce targate Obama o Ue, Mogherini compresa.

Interessanti invece le telefonate intercettate dai servizi segreti russi, riversate sul web, che hanno messo in grave imbarazzo gli americani, in special modo Victoria Nuland, vice di Kerry, che verso l'Ue ha ribadito la sua visione strategica “Fuck Europe”. Proprio questo è il mattone più prezioso nella strategia putiniana, che già ha sedimentato la sua proiezione di saldi e vecchi valori che vanno preservati, come famiglia tradizionale, presenza del cristianesimo, limitazione di islamismo e clandestini. Queste cose semplici, ma considerate vetuste e superate dalle elites massoniche occidentali, sono ben viste dalla gente che sente il morso della crisi, che vive con ansia il domani monetario ed ideale con città affollate da rom e clandestini che vengono aiutati in tutti i modi. Non una riga, ovviamente, per gli italiani che si suicidano mentre la casta insiste nella cernita del caviale e nella ricerca del samovar di vermeil, esasperando gli animi, già provati da picconi integrati mischiati a mannaie arcobaleno.

Sapendo che i partiti non euro sono avanti nei sondaggi, Vladimir continua a segnare goal nell'immaginario occidentale, ribadendo concetti sempre validi come popolo, Patria, forza, vigore, tradizione. Il fatto che la Russia abbia negato l'adozione di propri bambini a paesi occidentali dove sia legale il matrimonio e l'adozione per coppie gay, ha scatenato i mondialisti che già assaporavano il successo della nuova famiglia mobile massonica tanto cara a Jacques Attali, amico della regina di Danimarca, di Van Rompuy e Barroso. Altra ragione dietro la guerra ucraina sono i gasdotti russi che, fra qualche anno, così dice un amico che viene dal freddo, dovrebbero essere sostituiti con quelli norvesi ed americani. Ci sarebbe ancora da dire qualcosa, ma lascio volentieri il proscenio a Vladimir Putin, con cui dovevano solo trovare un accordo di non belligeranza, ed invece hanno preso un diretto in faccia, lasciando sul posto considerazione internazionale, posizioni strategiche, e l'inerzia. Adesso Teheran è davvero lontana, mentre Damasco è sempre capitale della Siria.
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