martedì, giugno 30, 2009

CHEBANCA?

1)Il Ministro Brunetta, che stimiamo, vuole o vorrebbe premiare le banche lungimiranti, quelle vicine alle imprese in questo momento specifico.
Verrebbe istintivamente da chiedere quali, se si riesce a trovarne qualcuna che è adeguata ai requisiti minimi.

2)Senza contare che, oltre alle imprese, ci sono le famiglie. Quelle le lasciamo da parte, non contano, sono superflue? Considerato che sono importantissime per la tenuta dei consumi, vorremmo sapere se gli istituti di credito possano essere vicine anche alle famiglie o se questa funzione è stata superata.

3)Il credito alle piccole imprese, per esempio, sacrificato sull'altare di quello concesso alle grandi o alle conglomerate, ne vogliamo accennare?

4)Per paura che le grandi aziende non rientrino a sufficienza o lo facciano con passo riflessivo, si è ristretto il credito verso le medie-piccole imprese, vero nerbo del tessuto industriale italiano. Ricatti, vessazioni, garanzie finanziarie giacchè quelle immobiliari contano molto ma molto meno. Vogliamo premiare le banche che hanno fatto le minori angherie?

5)Altro punto dolente riguardo la situazione del credito, gli investimenti col capitale proprio fatti in precedenza e smontati ad ottobre-novembre 2008 e i prodotti proposti ai clienti con leve lunghe e derivati sintetici come sottostanti.

6)La situazione post fallimento LB, provocò un'onda sisimica rilevante , amplificata in Italia dalle banche stesse. Il panico, la paura che altre banche fallissero, i timori sugli scoperti concessi alle imprese e alle famiglie, compresi i mutui per acquisto casa, hanno comportato vendite massicce di azioni, obbligazioni e titoli di stato da patre delle banche stesse.

7)Un flusso ininterrotto di vendite a prezzi stracciati tipo Unicredit, da 3,77 a 1,79 da inizio settembre a fine novembre, per esempio. Oppure obbligazione Goldman Sachs 2010 da 98 a 85 per poi tornare a 100. Si potrebbe continuare all'infinito, ma vedendo che le vendite ad ogni costo da parte delle banche dei propri asset ha comportato un discesa più forte di tutti i titoli scatenando il panic selling oltre alla paura del futuro che, oltretutto, ha impedito ogni mossa logica da homo economicus. Tanto una volta venduto, dopo tre giorni il denaro veniva accreditato sul conto corrente, del resto chissenefrega.

8)L'unica mossa sarebbe stato comprare titoli valida a prezzi starcciati, a meno che non si ipotizzasse il fallimento non solo delle banche americane, ma anche di Enel, Eni Generali , tanto per stare in Italia. Chi ha comprato il titolo del leone a 10 e a 16 ha rivenduto, come lo vedete? Ha rischiato troppo?

9)Una puntata a parte meriterebbe lo smontaggio delle leve lunghe e i derivati sintetici come sottostanti di obbligazione strutturate, magari quelle di bancoposta. Magari come puntata di Cialtronia, paese estremamente popolato.

10)Chissà se dopo Cirio, Parmalat, Argentina, Giacomelli, derivati, swap, per tacer dei soggetti principali, incomincerà l'era dell'etica finanziaria.