martedì, febbraio 09, 2016

10 FEBBRAIO LA PATRIA INGRATA


Eccoci al 10 febbraio, i morti minori, quelli che insomma se la sono meritate, sia le torture che l'esilio, e in molti casi, la morte.
Senza voler polemizzare artificiosamente, quando sento l'Anpi lordare il ricordo come revanscista o atto delegittimante della realtà, mi viene voglia di andargli a chiedere se conoscono la storia per sentito dire o se hanno una minima idea di quello che è successo.
Il voler restare italiani, il voler sentirsi attaccati ad una Patria ingrata, una Patria che sacrificò la parte orientale ed i suoi abitanti ad una fine orribile che per 60 anni fu secretata e dimenticata, rende quel sentimento eterno, non prezzabile, degno dell'olimpo degli eroi.
I fatti sono noti, donne, bambini ed uomini furono etnicamente eliminati da una terra loro, le italianissime Istria e Dalmazia, Pola, Fiume, Zara, Ragusa, Rovigno, Parenzo, e potrei continuare per tanto tempo con la morte nel cuore, ma sempre, sempre, con il loro sorriso negli occhi.
Per loro il tricolore era tutto, un concetto adesso dimenticato, subirono tutto per non subire più, per non mollare la terra, quella terra rossa che era la loro anima, il loro cuore, la loro vita, e che adesso, li incorpora per sempre.
E' doveroso ricordare il treno della vergogna, quello che il 18 febbraio 1947 arrivò a Bologna stipato di esuli istriani , ma quel treno venne preso a sassate da giovano con falce e martello, altri lanciarono i pomodori, altri buttarono il latte destinato ai bambini sulle rotaie, bambini in grave stato di disidratazione.
OGNI VERO ITALIANO è ANCHE DALMATA E GIULIANO