QUO VADIS DOMINE?
Siamo sempre lì, sulla stessa domanda. Sul ciglio del burrone, perché pensare all’esegesi della poetica leopardiana o se l’Inter del mago Herrera era superiore al Milan di Sacchi?
Perché gli europei occidentali sono così tentati dal fare in maniera imperterrita ed inequivocabile autogol in maniera continuativa?
Lo spunto è nato dal corsivo del direttore del Giornale quando ha citato Comunardo Niccolai, il re delle autoreti fra la fine degli anni 60 e l’inizio del decennio terribile, 1970.
Due cose così contrastanti, l’epopea del Cagliari di Gigi Riva, Domenghini, Cera, Alberatosi, Gori e la leggenda dell’impalatore della propria squadra, il Niccolai medesimo. La poesia e l’amarezza dello sbaglio involontario, del “Dio mio cosa ho fatto…”, dell’impossibilità del tornare indietro. Poi chissà quale divinità ha guidato i passi dei burocrati europei sul terreno minato del rifiuto della tradizione, del rigetto per una parte del cemento della storia europea.
Via il Crocefisso dalle scuole ha sentenziato la Corte Europea per i diritti dell’uomo, lede i principi di libertà di educazione dei genitori e la libertà di religione degli alunni.
Ma la Corte Europea dei diritti dell’uomo, non si dovrebbe occupare di cose ben più gravi e pregne di significato? L’aver richiesto tale pronunciamento e la struttura della sentenza stessa, assomigliano tanto ai discorsi che si tenevano nel Senato di Roma ai tempi della seconda guerra punica: “mentre a Roma parlano, Sagunto cade”.
In pratica ci diamo delle coltellate da soli, senza che ciò sia richiesto. I musulmani non lo chiedono ma ci guardano in silenzio. E ridono, ridono beatamente perché sanno di aver vinto. Siamo troppo deboli per capire, troppo vigliacchi per reagire, per dare un minimo segno di vita, di amor proprio.
Quando il primo partito islamico si presenterà alle elezioni e prenderà una valanga di voti, cosa diremo alle nostre donne, comprati il velo, per il burqa aspetta i saldi?
Perché se il primo passo è cedere nelle nostre fondamenta ideologiche, quanto tempo passerà perché la sharia diventi legge? E’ solo una questione di tempo e di opportunità che, naturalmente, daremo noi. Gratis.
Immigrazione clandestina, ricongiungimenti, alta natalità, rifiuto dei diritti elementari, giustizia ancestrale, voto agli immigrati, presa del potere. Questi sono alcuni punti che mi sono venuti mente, così, per ragionarci sopra, per capire quanto la nostra fine, come civiltà, sia vicina. A corredo di ciò mettiamo anche la miopia assoluta della classe politica e della magistratura, che lasciano la gente normale, coloro che vivono di stipendio e fanno la spesa al supermercato, da sola, accompagnati dalla paura e dall’incertezza del futuro.
E pensare che il Crocefisso è lì che ti guarda in silenzio, senza protervia, che emana solo un senso di fratellanza ma in punta di piedi, senza clamore, senza andare in televisione, senza scrivere in blog politici.
Di questo passo dai libri di storia toglieranno la battaglia di Poiters e quella di Lepanto, prima di abolire il Natale. Ah dimenticavo, in alcune scuole elementari hanno già tolto la parola Gesù dalle canzoncine natalizie, potrebbe offendere.
L’offesa è solo nella stupidità delle azioni descritte, in tutta la sua cruda entità.
Cominciamo a vederla?
Italo Muti
Perché gli europei occidentali sono così tentati dal fare in maniera imperterrita ed inequivocabile autogol in maniera continuativa?
Lo spunto è nato dal corsivo del direttore del Giornale quando ha citato Comunardo Niccolai, il re delle autoreti fra la fine degli anni 60 e l’inizio del decennio terribile, 1970.
Due cose così contrastanti, l’epopea del Cagliari di Gigi Riva, Domenghini, Cera, Alberatosi, Gori e la leggenda dell’impalatore della propria squadra, il Niccolai medesimo. La poesia e l’amarezza dello sbaglio involontario, del “Dio mio cosa ho fatto…”, dell’impossibilità del tornare indietro. Poi chissà quale divinità ha guidato i passi dei burocrati europei sul terreno minato del rifiuto della tradizione, del rigetto per una parte del cemento della storia europea.
Via il Crocefisso dalle scuole ha sentenziato la Corte Europea per i diritti dell’uomo, lede i principi di libertà di educazione dei genitori e la libertà di religione degli alunni.
Ma la Corte Europea dei diritti dell’uomo, non si dovrebbe occupare di cose ben più gravi e pregne di significato? L’aver richiesto tale pronunciamento e la struttura della sentenza stessa, assomigliano tanto ai discorsi che si tenevano nel Senato di Roma ai tempi della seconda guerra punica: “mentre a Roma parlano, Sagunto cade”.
In pratica ci diamo delle coltellate da soli, senza che ciò sia richiesto. I musulmani non lo chiedono ma ci guardano in silenzio. E ridono, ridono beatamente perché sanno di aver vinto. Siamo troppo deboli per capire, troppo vigliacchi per reagire, per dare un minimo segno di vita, di amor proprio.
Quando il primo partito islamico si presenterà alle elezioni e prenderà una valanga di voti, cosa diremo alle nostre donne, comprati il velo, per il burqa aspetta i saldi?
Perché se il primo passo è cedere nelle nostre fondamenta ideologiche, quanto tempo passerà perché la sharia diventi legge? E’ solo una questione di tempo e di opportunità che, naturalmente, daremo noi. Gratis.
Immigrazione clandestina, ricongiungimenti, alta natalità, rifiuto dei diritti elementari, giustizia ancestrale, voto agli immigrati, presa del potere. Questi sono alcuni punti che mi sono venuti mente, così, per ragionarci sopra, per capire quanto la nostra fine, come civiltà, sia vicina. A corredo di ciò mettiamo anche la miopia assoluta della classe politica e della magistratura, che lasciano la gente normale, coloro che vivono di stipendio e fanno la spesa al supermercato, da sola, accompagnati dalla paura e dall’incertezza del futuro.
E pensare che il Crocefisso è lì che ti guarda in silenzio, senza protervia, che emana solo un senso di fratellanza ma in punta di piedi, senza clamore, senza andare in televisione, senza scrivere in blog politici.
Di questo passo dai libri di storia toglieranno la battaglia di Poiters e quella di Lepanto, prima di abolire il Natale. Ah dimenticavo, in alcune scuole elementari hanno già tolto la parola Gesù dalle canzoncine natalizie, potrebbe offendere.
L’offesa è solo nella stupidità delle azioni descritte, in tutta la sua cruda entità.
Cominciamo a vederla?
Italo Muti