DELITTO NEI BOSCHI
Sorpresa, sorpresa ammantata di un cesello di fino, il coniglio è uscito dal cilindro, ma non era un vero e proprio bugs bunny, bensì un vero e proprio compasso alato.
Un Renzi tonico a livello dialettico aveva impacchettato gli altri competitors, Grillo compreso, rassicurando e facendo comparire un'aura vellutata intorno alle sue parole, vuote il giusto, promesse elettorali comprese.
Gli 80 euro in busta paga, una riforma al mese, la damnatio capitae in caso di promesse non mantenute, la minaccia dell'avvento grillino che avrebbe compartato una discesa del mercato finanziario ed altre oscure previsioni instaurando nella gente una paura del salto protestatario, ed un astensionismo pesante, 43%, che ha colpito essenzialmente il centro destra, sono i fattori decisvi dello sfondamento renziano, oltre, naturalmente, all'opera omnia di Del Rio.
Per la sinistra vale sempre la teoria delle camionette, o vai a votare convinto, o ti portiamo noi, un senso quasi religioso, taumaturgico, il partito innanzitutto di brezneviana memoria.
Unico stato, l'Italia, dove il partito al governo ha fatto un grosso exploit, quasi a spegnere i fuochi del malessere e dei dubbi europei. Il movimento dello spread arrivato prima del voto a 200 punti, con qualche ribasso di troppo nella settimana degli stacchi dividendi, avevano riportato i prezzi delle azioni a livello interessante, Enel e Generali in primis, e le banche hanno comprato forte.
Ma il movimento dello spread, è stato un avvertimento pesante della tutela compassata che è sempre sopra il governo, e che ha nel carrista, il proprio nume tutelare. Il 40% è stata la risposta, una specie di avviamento che porterà a risposte chiare, convinte ed obbedienti nei prossimi mesi. Una strada densa di caudatari pronti ad essere abbandonati appena lo scopo è raggiunto, ma ricchi di prebende.
In effetti solo qua non ci sono state salite dei partiti di opposizioni o dei movimenti no-euro come in Francia, Inghilterra, Danimarca, Spagna, Grecia, che ad un'analisi più lungimirante, rivela la centralià del nostro paese nelle aspettative del gruppo dell'otto febbraio, parente molto stretto del club dei mari del sud, sempre silente ed operante.
I simpatici appartenenti al club Bilderberg si riuniranno il 4 giugno a Copenaghen, e non per discutere quale funzione assegnare a Gianfranco Fini, inutile ormai anche a se stesso, (è più facile che parlino dei 23 di Prandelli), ma per vedere come riuscire a riprendere in mano la situazione in Francia dove Marine Le Pen ha dilagato ed a Londra dove, Farage, ha messo delle serie ipoteche visto anche il referendum scozzese alle porte.
Ad emblema della bravura dei manovratori, l'immagine da ricordare è la sorpresa dipinta nel volto di Bruno Vespa al comparire del 40%, inaspettato anche per lui.
Un Renzi tonico a livello dialettico aveva impacchettato gli altri competitors, Grillo compreso, rassicurando e facendo comparire un'aura vellutata intorno alle sue parole, vuote il giusto, promesse elettorali comprese.
Gli 80 euro in busta paga, una riforma al mese, la damnatio capitae in caso di promesse non mantenute, la minaccia dell'avvento grillino che avrebbe compartato una discesa del mercato finanziario ed altre oscure previsioni instaurando nella gente una paura del salto protestatario, ed un astensionismo pesante, 43%, che ha colpito essenzialmente il centro destra, sono i fattori decisvi dello sfondamento renziano, oltre, naturalmente, all'opera omnia di Del Rio.
Per la sinistra vale sempre la teoria delle camionette, o vai a votare convinto, o ti portiamo noi, un senso quasi religioso, taumaturgico, il partito innanzitutto di brezneviana memoria.
Unico stato, l'Italia, dove il partito al governo ha fatto un grosso exploit, quasi a spegnere i fuochi del malessere e dei dubbi europei. Il movimento dello spread arrivato prima del voto a 200 punti, con qualche ribasso di troppo nella settimana degli stacchi dividendi, avevano riportato i prezzi delle azioni a livello interessante, Enel e Generali in primis, e le banche hanno comprato forte.
Ma il movimento dello spread, è stato un avvertimento pesante della tutela compassata che è sempre sopra il governo, e che ha nel carrista, il proprio nume tutelare. Il 40% è stata la risposta, una specie di avviamento che porterà a risposte chiare, convinte ed obbedienti nei prossimi mesi. Una strada densa di caudatari pronti ad essere abbandonati appena lo scopo è raggiunto, ma ricchi di prebende.
In effetti solo qua non ci sono state salite dei partiti di opposizioni o dei movimenti no-euro come in Francia, Inghilterra, Danimarca, Spagna, Grecia, che ad un'analisi più lungimirante, rivela la centralià del nostro paese nelle aspettative del gruppo dell'otto febbraio, parente molto stretto del club dei mari del sud, sempre silente ed operante.
I simpatici appartenenti al club Bilderberg si riuniranno il 4 giugno a Copenaghen, e non per discutere quale funzione assegnare a Gianfranco Fini, inutile ormai anche a se stesso, (è più facile che parlino dei 23 di Prandelli), ma per vedere come riuscire a riprendere in mano la situazione in Francia dove Marine Le Pen ha dilagato ed a Londra dove, Farage, ha messo delle serie ipoteche visto anche il referendum scozzese alle porte.
Ad emblema della bravura dei manovratori, l'immagine da ricordare è la sorpresa dipinta nel volto di Bruno Vespa al comparire del 40%, inaspettato anche per lui.