NO CASH BUT FOR US....
Passata è la tempesta? Siamo davvero fuori dal tunnel? Prima di gridare evviva, forse bisogna guardarsi bene attorno, procedere con passo felpato e non fare dichiarazioni spocchiose.
La situazione è comunque fluida e i ribassisti sono sempre lì, pronti a intervenire e a seminare dubbi nel mercato, nei risparmiatori più timorosi e già proni sul sacro altare delle vittime sacrificali.
I vari problemi vanno riportati nei loro giusti termini, anche quelli imeresi, simbolo di una delle caratteristiche italiche che rende la rinascita di questo Paese un’impresa improba.
Il Gruppo Fiat ha avuto un 2009 d’oro, anche se l’anno è stato difficile per molti, per quasi tutti, rendendo la vita comune una vera merda.
I risultati sono lì belli freschi a dimostrare una ripresa consistente, della serie basta con le pezze al culo:
+7,1% i volumi, +0,5%la quota del mercato europeo occidentale, migliori vendite dal 2001, lo stesso per Lancia e Alfa Romeo;
in dettaglio , le immatricolazioni rispetto al 2008 sono state +79% in Germania, +12% in Francia e +14,2% in UK.
Tutto ciò grazie ad un improvviso amore smodato per le automobili Fiat, per la nuova Punto e la nuova Panda? Una febbre che ha pervaso l’Europa? E’ questa l’Influenza A per cui bisognava vaccinarci pena la morte o l’incauto acquisto di una BMW?
Considerati gli aiuti corroboranti sotto il nome in codice di incentivi alla rottamazione, visti i risultati economici, allora chiudiamo Termini Imprese e andiamo dove la produzione costa meno.
Se la location era sbagliata, imbecilli ad andarci, se c’era un premio nascosto, allora non puoi andartene dopo aver preso il Grisbì. Se te ne vai, allora riconsegni allo Stato il maltolto con interessi.
Altrimenti i consigli di altri illuminati come LC di Montezemolo, o Della Valle, già consueto nello spostare nella produzione in Cina dove i costi sono decisamente minori, come i diritti (ah che bella cosa la coerenza), non li puoi mettere in atto. Senza dimenticare poi il peccato originale, il regalo dell’Alfa Romeo a Gianni Agnelli da parte di Our Man Prodi. Fra ottimati ci si intende sempre, anche se sono fra i fondatori dei governi tecnici, altro flagello immane e spolpante delle casse italiche.
Ma se i numeri del Gruppo Fiat, privato anzi privatissimo, sono convincenti, non così quelli dell’azienda Italia. Ripresa incerta e lenta, consumi ai minimi, redditi in calo e boom della cassa integrazione nel 2009. Ma non era tutto finito? E alla gente cosa diciamo? Marchionne è contento? Beh, è sempre la parola del Draghi nazionale, anche lui partecipante alla riunione sul Panfilo Britannia in veste di direttore generale del Tesoro. Caro Silvio, ti vedo accerchiato, non ti vedo benissimo. Hai anche trovato Giuda, tanto per rimanere nel classico, sperando che si ricordi la corda.
Italo Muti
La situazione è comunque fluida e i ribassisti sono sempre lì, pronti a intervenire e a seminare dubbi nel mercato, nei risparmiatori più timorosi e già proni sul sacro altare delle vittime sacrificali.
I vari problemi vanno riportati nei loro giusti termini, anche quelli imeresi, simbolo di una delle caratteristiche italiche che rende la rinascita di questo Paese un’impresa improba.
Il Gruppo Fiat ha avuto un 2009 d’oro, anche se l’anno è stato difficile per molti, per quasi tutti, rendendo la vita comune una vera merda.
I risultati sono lì belli freschi a dimostrare una ripresa consistente, della serie basta con le pezze al culo:
+7,1% i volumi, +0,5%la quota del mercato europeo occidentale, migliori vendite dal 2001, lo stesso per Lancia e Alfa Romeo;
in dettaglio , le immatricolazioni rispetto al 2008 sono state +79% in Germania, +12% in Francia e +14,2% in UK.
Tutto ciò grazie ad un improvviso amore smodato per le automobili Fiat, per la nuova Punto e la nuova Panda? Una febbre che ha pervaso l’Europa? E’ questa l’Influenza A per cui bisognava vaccinarci pena la morte o l’incauto acquisto di una BMW?
Considerati gli aiuti corroboranti sotto il nome in codice di incentivi alla rottamazione, visti i risultati economici, allora chiudiamo Termini Imprese e andiamo dove la produzione costa meno.
Se la location era sbagliata, imbecilli ad andarci, se c’era un premio nascosto, allora non puoi andartene dopo aver preso il Grisbì. Se te ne vai, allora riconsegni allo Stato il maltolto con interessi.
Altrimenti i consigli di altri illuminati come LC di Montezemolo, o Della Valle, già consueto nello spostare nella produzione in Cina dove i costi sono decisamente minori, come i diritti (ah che bella cosa la coerenza), non li puoi mettere in atto. Senza dimenticare poi il peccato originale, il regalo dell’Alfa Romeo a Gianni Agnelli da parte di Our Man Prodi. Fra ottimati ci si intende sempre, anche se sono fra i fondatori dei governi tecnici, altro flagello immane e spolpante delle casse italiche.
Ma se i numeri del Gruppo Fiat, privato anzi privatissimo, sono convincenti, non così quelli dell’azienda Italia. Ripresa incerta e lenta, consumi ai minimi, redditi in calo e boom della cassa integrazione nel 2009. Ma non era tutto finito? E alla gente cosa diciamo? Marchionne è contento? Beh, è sempre la parola del Draghi nazionale, anche lui partecipante alla riunione sul Panfilo Britannia in veste di direttore generale del Tesoro. Caro Silvio, ti vedo accerchiato, non ti vedo benissimo. Hai anche trovato Giuda, tanto per rimanere nel classico, sperando che si ricordi la corda.
Italo Muti