mercoledì, febbraio 09, 2011

DE MORTE TRANSITURI AD GLORIAM

Gli occhi tristi dei bambini che vengono strappati alla loro casa non hanno tempo, lo sguardo degli esuli che vedevano assottigliarsi la propria terra man mano che le navi prendevano il largo, era l'addio a tutto, la morte dell'anima, la tumulazione del cuore.
Il 10 febbraio 1947, l'italianissima Pola passava alla Jugoslavia con la firma del trattato di pace, e il 20 marzo, il "Toscana" concluse l'ultimo viaggio che completava l'esodo.
Dall'otto settembre 1943 però, la mattanza era cominciata, la caccia all'italiano, il raggruppare uomini, donne e bambini in tristi file, tutti legati insieme, tutti scalzi, feriti e con le mani attorcigliate da filo di ferro, per poi essere buttati nelle FOIBE, negli anfratti carsici che da sempre caratterizzano l'Istria.
Morti dimenticati dalle classe politica per stupidità, per vigliaccheria, per codardia, per interesse politico, morti di seconda classe, morti per aver voluto restare italiani. Quale amor patrio potrà essere mai superiore?
Io porto il mio saluto a loro, ai morti, ai feriti, agli oltraggiati, ai torturati, alle donne stuprate, porto le mie lacrime e il mio silenzio rispettoso del loro sonno eterno nel mio cuore, ma non finirò mai di urlare la mia rabbia, il mio disgusto e il mio disprezzo per quanto è successo, per il lungo silenzio a cui sono stati relegati per oltre 60 anni, una seconda morte in tipico stile otto settembre.
Il loro ricordo però, che non sia turbato dalle false parole dei traditori, dei nuovi assassini e dei comunisti che da sempre li hanno disprezzati, in vita e in morte.
DE MORTE TRANSITURI AD GLORIAM
Italo Muti