sabato, aprile 17, 2010

MIHI PINNAS INCIDERANT



Alle volte ci sono fatti che ci sorprendono per loro essenza, altri per la loro scontatezza, altri ancora per la stupidità di chi li compie.
Negli ultimi giorni due cose hanno colpito nella loro immediatezza, la rivolta di Spartacus Gianfranco Fini e la morte di Raimondo Vianello.
Se il primo continua sul sentiero dell’insuccesso certificato, in maniera direi pervicace, il secondo ha lasciato la vita terrena non perdendo
l'immancabile stile, non avendo paura della nera signora che tutti attende.
Il Gianfranco de’ noartri, pur non essendo in viaggio verso Tarso, ha illuminato il volto della politica italiana con il probabile partitino personale da 4%, trovando finalmente il buco da riempire nell’emiciclo del parlamento. I seguaci di Fini potrebbero creare dei gruppi parlamentari autonomi nel segno della difference, di una linea che li distanzi dalla linea di SB, troppo filo leghista a loro parere.
A prima vista si potrebbe pensare ad uno smarcamento per l’insoddisfazione di essere percepito come un eterno numero 2, malumore cresciuto nel tempo e con l’avanzare dell’età anagrafica.
Proporsi come uomo nuovo non è più possibile, soprattutto quando negli Usa hanno eletto un presidente quarantenne, ancorché tanned.
Tutto bello, tutto lineare, troppo semplice, rivoltiamo il sasso trovato lungo il greto del fiume e vediamo se ci sono i licheni sotto.
Gli equilibri internazionali si sono spostati e gli interessi stanno fluttuando. SB, con le sue giravolte e con le sue amicizie, ha rapporti non amichevoli con Usa, GB e Israele e relativi Servizi segreti, a causa della sua politica estera troppo filo russa con i relativi annessi (Libia e muslim africani) e, anche, con gli amici del panfilo, a cui vieta l’ingresso alla cassa Italia con relativi posti di potere.
Nonostante abbia fatto una pessima figura con la presentazione delle liste per le elezioni regionali, ha stravinto le stesse in maniera netta risollevandosi dall’angolo in cui era finito, sentendosi libero dalle catene e dall’aiuto che gli volevano imporre attraverso il club dei falliti; Bersani, Casini-Caltagirone e lo stesso Spartacus.
Ecco allora che il malumore di Gianfranco, assume un’altra tonalità di grigio, nel cielo sempre più plumbeo di un Italia che è difficile vedere in ripresa. E’ sempre stato un uomo obbediente che ha svolto i compiti assegnati senza discutere molto, il nostro Gianfry. Chissà come sarà contento il suo mentore che gli aveva spianato la strada in politica.
Per il simbolo, caro Fini, non ti preoccupare, è già fatto, un bel cerchio grigio, naturalmente, con una corda sormontata da un piccolo sacchetto per i denari. Trenta se non mi sbaglio.

Tutto ciò detto da un’entità (ma esiste Italo?) che vede la ripresa solo dopo l’uscita di SB.

Venendo a Raimondo Vinello, non c’è voglia di spendere parole retoriche, ma solo di salutare lievemente un uomo che non si è pentito di essere stato un bersagliere nella Rsi, che ha incarnato humor e ironia salace e tagliente costantemente nella sua lunga vita, senza mai cedere alla volgarità. Un saluto anche dalla tua amata Dalmazia che tanto hai amato, leggero e suadente come il mare che la bagna.
Anche in punto di morte è stato ironico, come il Conte Mascetti interpretato dall’amico Tognazzi, ma senza finzione, buona la prima.

Spartacus, capisci la differenza?