sabato, febbraio 08, 2014

OGNI VERO ITALIANO E' ANCHE DALMATA E GIULIANO

Vorremmo parlare solo del giorno di lutto, della ricorrenza, di coloro che non ci sono più, dei massacrati perchè volevano essere italiani, delle donne violentate e mutilate prima di essere uccise, dei bambini con gli occhi persi nell'immensità del salto finale, ma l'indignazione è forte, profonda, è una seconda violenza ai martiri, e il silenzio, ci sembra solo codardia.
La sacralità del giorno del ricordo impone compostezza e sobrietà, ma non faremo vana polemica sterile come un qualsiasi giornaletto italico imporrebbe, ma l'interruzione dello spettacolo teatrale di Simone Cristicchi, Magazzino 18, da parte di individui dei centri sociali fiornetini, ha ucciso ancora i già morti, sepolto la memoria che difficilmente sarà condivisa, aperto gli occhi di tutti su quello che la sinistra pensa veramente dell'eccidio giuliano dalmata da parte di Tito and friends, con l'aiuto deii partigiani delle brigate garibaldi.
Noi porteremo sempre, nel nostro piccolo, il nostro fiore in ricordo degli istriani, dei fiumani, dei dalmati che sopportarono l'inumano per restare italiani, perchè quella era Italia, era Patria, era casa.
Donne, uomini, bambini, anziani, il massacro fu erga omnes, e nulla e nessuno potrà mai fermare questa mente, questo cuore, questo braccio mentre si inginocchia e porge omaggio ai caduti per un sogno, una terra che avesse nel cielo un solo tricolore che sventolava gargliardo nell'aria.

Tutti loro non sono morti di seconda classe, sono fratelli e sorelle testimoni della barbarie e dell'ignavia, sono il prezioso dono strappato alla Patria anche dalla mano amica, ma restano sempre vivi nel ricordo, il 10 febbraio, come ogni altro giorno dell'anno, perchè ogni vero italiano è anche dalmata e giuliano.