domenica, gennaio 22, 2017

LA BOTTERI COME STA?


2017,  l'anno bisesto ne s'è andato, finalmente, ed ecco che, complice una salute che sta ritornando a livelli accettabili anche se non eccelsi, ricomincia la voglia di scrivere, l'unico propellente che conta quando si ha un blog non remunerato. 
Sono cambiate molte cose nell'ambito della distribuzione del potere geopolitico, in Inghilterra c'è stata la Brexit e il mondo non è crollato, anzi.
La sterlina ha perso valore e le esportazioni sono decollate, ma tu guarda eh. Senza i vincoli burocratici dell'UE, tipo le quote da destinare al fondo salva stati Esm, che permetterà un redistribuzione di risorse in altri campi, tipo taglio delle imposte.
Insomma, too much ado for nothing, giusto per potersela tirare un po'.
Poi arriva il Donaldone, sottovalutato dal mainstream, tanto per citare l'aeda Botteri, ma non dal vulgo popolo, che travolge la Clinton dove conta, quando invece con Sanders sarebbe stata un'altra cosa, visto che l'antipatia per Hillary era piuttosto radicata nella gente.
A Mosca è da novembre che ancora ridono, con Vladimir Putin che sostanzialmente ha rotto l'accerchiamento fattuale che Obama cercava di stringergli addosso, evitando di fatto una terza guerra mondiale, mantenendo le vittorie ottenute contro l'abbronzato (cit.), come la Siria, Crimea, Egitto, pensando alla Libia, e allentando il problema nei paesi baltici dove la nato ha schierato truppe e tank.
Facendo vedere come si combatte l'Isis e sostenendo Assad, Putin ha dimostrato lo stato avanzato di uomini ed armamenti, dove gli americani si sono accorti di essere molto indietro rispetto, ad esempio, alla guerra in Georgia, momento in cui i russi hanno faticato, e non poco.
Da quel momento Putin ha rafforzato la parte militare investendo in uomini e tecnologie, e la guerra in Siria dove hanno vinto i Russi, senza girarci tanto intorno, ha dimostrato quello che gli americano temevano.
Persa pure la guerra del petrolio, ritornato ai 50 dollari, anche su spinta dei Sauditi, le cui spese militari in siria e yemen hanno prosciugato le casse, cosa rimane dell'opera di Obama?
Di sostanziale il nulla, visto che gli Usa sono in ritirata da  tutti i fronti, con una piccola guerra civile in corso, con l'astio della middle class bianca ai massimi livelli, con una ripresa economica che ha tenuto il passo,ma quest'ultima cosa non fa più notizia.
Adesso con il Donaldone, cambieranno molti approcci, o gli europei si intestardiranno su politiche che sono superate dai fatti?
Migrazione, dazi doganali, ripresa economica, sono tre cose su cui Trump cambierà marcia, innestando l'America first che non implica mani tese verso l'Europa, ma tutt'altro.
Già le elezioni francesi faranno da redde rationem nell'Unione Europea dove gli scettici incominciano a contarsi e a vedere cosa fare. L'implosione di una unione che non è tale ma solo germano centrica, è possibile, sta solo da vedere il come. Tenere la baracca su comporta molto sacrifici per la gente comune, non così facili da comunicare e, i problemi per quanto ci riguarda, non sono solo su come aiutare le banche, MPS salvata in un lifetime, ma del comune sentire, terremoti, ricostruzioni ed emergenza neve comprese, su cui il governo, sta facendo una figura pessima.
Chiamare populismo la rabbia della gente è uno sbaglio enorme dal punto di vista politico, miserabile dal punto di vista umano