domenica, novembre 14, 2010

LO SCATOLO DI WEIMAR












Piove, piove sulle tamerici salmastre ed arse, piove a Milano e anche in Svizzera, ci sarà acqua anche nei cervelli di chi pensa al trio “Siamo intelligenti solo noi”, per uscire da questo impasse paludato in cui l’Italia è stata infilata?
Il nostro immarcescibile SB ha avuto uno scatto di reni, niente dimissioni, da quando ha saputo che la tempesta è locale e che i veri ottimati non c’entrano se non in maniera marginale, anche se il suo successore è già scelto. Eh già, l’accerchiamento è frutto del red power, o meglio, dal red cash, che ha messo in moto tutto il cucuzzaro per saldare i conti politici con l’uomo di Arcore. Sedicenti giornalisti, televisivi e non, amici di Rcs, politicanti vari, amici compiacenti del palazzo di giustizia, manovalanza da quattro soldi sociali, tutti pronti a pagamento, naturalmente, il tempo costa.

E’ stato messo in movimento tutto il solito armamentario quando si vuole arrivare ad un cambio della guardia a Palazzo Chigi senza passare dalle elezioni. Tanto il popolo non può capire, perché farlo votare? D’altra parte, se capisse avrebbe mai votato per la Lega o per un qualsiasi partito del centro destra? E allora che il suo voto non conti un cazzo, così si passa alla cassa, alla spoliazione sotto veste di aumento di tasse ed imposte, alla tosatura del blocco sociale che ha votato il berlusca, così impara. Non vorremo mica tassare gli amici industriali che viaggiano nell’aura democratica, anche se poi hanno trasferito impianti in Cina facendo lavorare i bambini no? Questi bambini sono così felici di aiutarci a ritrovare la via della democrazia….

Il problema sono comunque le elezioni, a cui la parte sinistra arriva senza candidati con cellule grigie incorporate, nessun candidato è spendibile con il consesso degli Dei, specialmente dopo lo sgarbo del blitz krieg anti SB e allora, via al comitato speciale.

Mario Monti, LCDM e Mario Draghi, ecco i componenti del ristretto club a cui vorrebbero far ricorso i cialtroni di sinistra, rigettati dai regnanti al completo.

Mario Monti è troppo tecnico per poter affrontare una tempesta politica che continuerà ad affrontare marosi continui, seppur già presente in varie commissioni parlamentari. Economista e docente universitario, rettore e presidente della Bocconi, segnalato per essere nominato commissario europeo sia da SB che da Ibn D’Alemah (cit.), ha viaggiato tranquillo in incarichi ben delimitati dalle sue competenze, compresi i consigli di amministrazione di Fiat, Comit e Generali.

Dulcis in fundo, l’incarico nel 2005 di international advisor per Goldman Sachs, nomina che rende nulle le pressioni del comitato centrale di traditori e affini e che, infine, sarà l'asso vincente.

Su Mario Draghi, eccellente dominus del tesoro, inteso come ministero, i destini sono legati anche alle ultime mosse del nostro inadeguato SB, come merce di scambio con gli Dei. Una bella nomina allo scranno alto della Bce, diraderebbe molto nebbie e molte congetture. L’importante è che non sia nelle vicinanze di Giulio Tremonti, prossimo al salto importante della sua carriera. Su di lui, si potrebbe scrivere, rischiando, un racconto dai tratteggi forti, un Bruegel d’annata, ma difficilmente salirà sullo sgangherato carro della sinistra. La Banca d’Italia, per adesso, va bene al miglior uomo Goldman dello stivale, presente sul panfilo Britannia il 2 giugno 92, quando i destini di questo disgraziato paese si delinearono e compirono. E se poi diventasse PdR?

Un plenipotenziario importante, specie se, eliminato SB, la Lega dilagasse al nord con percentuali sopra il 70%, dove si parla già di una dolce soluzione dal sapor ceko.

Rimane il vero attore principale per una rivoluzione mai arrivata, l’uomo giusto per una farsa alla Falstaff, Luca Cordero di Montezemolo, l’uomo che più di ogni altro ha svolto il mestiere di Presidente o, proprio in momenti brutti, di amministratore delegato.

Un giovanotto che, dopo essersi laureato in legge ed aver cominciato la pratica di avvocato si diede al Rally con un certo successo, facendosi notare da Cesare Fiorio che lo fece correre per la Lancia. D’altra parte, chi incomincia la pratica da avvocato, difficilmente non va a corre i rally per approdare poi alla Ferrari (1973) come responsabile della squadra corse. Il salto alla Fiat arriva in breve come responsabile delle relazioni esterne, poi diventa AD della Itedi Holding, che controlla le attività editoriali sempre della Fiat, compresa La Stampa. Potremmo star qui delle ore per elencare gli incarichi di LCDM, ma non volendo tediare gli utenti circa i pochi veri successi di questo promettente virgulto figlio putativo di Gianni Agnelli, pare interessante notare la sua incursione alla Cinzano International come AD (avevate dei dubbi?) dal 1984 al 1986.

Preso un marchio in declino, riesce veramente a rilanciarlo, non aumentando però, contemporaneamente, le scorte in magazzino. In tal modo, non riesce ad accontentare la domanda crescente, non usufruendo di tutti i benefici e gli utili che era riuscito a creare. Ma la cosa interessante è la motivazione della sua entrata in azienda, spiegata e Repubblica da Cesare Romiti nel 1985 “ Abbiamo pescato, in Fiat, un paio di persone che pretendevano danaro per presentare qualcuno all'Avvocato. Uno dei due l’abbiamo mandato in galera, l'altro alla Cinzano".

In effetti, si fece dare 80 milioni di lirette in un cofanetto vuoto per favorire un contatto con Gianni Agnelli e il Cesarone, non si fece scappare l’occasione per rendere pubblica una malefatta dell’enfant prodige di Villar Perosa. D’altra parte, l’uomo che gestiva anche gli investimenti esteri dell’avvocato, noto intenditore di Black and White, non tollerava certe cose e, LCDM, fu mandato a presiedere Italia 90.

Presidente dell’associazione “Italia Futura”, prepara lo sbarco in politica, e il suo CV, sembra proprio il tassello giusto per sublimare la nuova sinistra, sempre pronta ad imbarcare uomini fallimentari ma dal pedigree nobile e sfarzoso. Basterebbe saper distinguere fra diamanti e zirconi, ma se accettano anche dei traditori d’accatto, allora Luca è un passo in avanti in mezzo ai dirupi, ma solo dopo la cura massiccia che GS ha in mente. Forse il suo turno arriverà dopo il massacro.

Italo Muti