sabato, giugno 05, 2010

THE DOORS OF PERCEPTION

http://www.youtube.com/watch?v=gYjkLUcbJWo&feature=player_embedded

http://www.youtube.com/watch?v=bU12KW-XyZE&feature=player_embedded


La percezione è il mantra che comanda, che imperversa sugli schermi del mondo, che decide le contese, che inalbera i pareri, che fluttua nelle e sulle nostre vite, che salda verità e finzione facendo vincere sempre il proprio interesse.

L’occidente ne è pervasa ma non la capisce, l’assapora senza capirla e ne è inconsapevole vittima credendo di essere il carnefice.

Gli orientali e gli arabi hanno un altro approccio, differente dal nostro materialismo ma, da bravi studenti, hanno capito i nostri punti deboli e infieriscono senza che noi ci si lamenti.

Ma noi abbiamo il politically correct e la morale solidaristica che sul mercato internazionale valgono praticamente zero, zero spaccato, un nulla che noi spacciamo per concetti pesanti, con umorismo involontario, un onanismo perfetto anche nel timing di un mondo quasi spacciato con poche possibilità di spiccare nuovamente il volo.

L’ultima prova è la querelle tra le truppe di Israele e la freedom flotilla che voleva violare l’embargo di Gaza passando dalle acque israeliane.

Un piano perfetto, provocatorio, organizzato dal movimento IHH, vicino ad Hamas ed Al Qaeda, movimenti che hanno sempre praticato, con imperituri ed erculei sforzi, democrazia ed integrazione, che hanno nel rispetto del prossimo il proprio cardine centrale.

Orbene, la ricerca dello scontro, della provocazione e dei morti, da sbandierare poi al mondo, è andata a buon fine, raggiungendo scopi e target.

Israele ne è uscita mediaticamente sconfitta, il buuu globale per la sua ferocia, è andato su tutti i media, un flusso continuo di critiche anche pesanti hanno inondato il mondo da est a ovest e da nord a sud, mentre in Turchia se la ridevano allegramente. Dei morti non gli fregava molto, come d’altra parte dei palestinesi, carne da macello e malsopportati da Libano ed Egitto, figuriamoci dagli altri commensali arabi.

Però la brutalità israeliana è sulla bocca di tutti, il lager di Gaza idem, e la verità sui fatti seppellita in nome della causa e della percezione, un antipasto di quello che succederà quando la conquista dell’Europa passerà alla fase due compiendo ciò che la Fallaci temeva, EURABIA.

Subito sono sorti in Europa le manifestazioni di sdegno e di protesta per l’eccidio da parte dei soliti noti, dei cazzoni solidali, di sinistra, degli immigrati, dei centri sociali, degli uomini di Cultura che non riuscivano a capire la violenza dei soldati dell’IDF.

Molti di questi campioni della pelosa protesta hanno richiesto l’aiuto della Nato, non sapendo che ormai è in mano russa e che Mr. NiceGuy, in netta discesa, è in una fase di completa impasse. Obama è ricattato dai simpatci russi su basi e trasporti in Afghanistan mentre, d'altro canto, impedisce il diffondersi endemico della febbre musulmana nelle repubbliche asiatiche russe.

Naturalmente quando i kamikaze fanno strage nei bar di Tel Aviv, le bombe a Sderot uccidono civili, i soldati di tsahal vengono rapiti senza che Croce Rossa ed Onu possano intervenire, costoro se ne restano nelle loro case a sghignazzare, a controllare se il the è arrivato ad una giusta infusione.

Come, guarda caso, era successo all’indomani dell’attentato alle twin towers, giubilo nei paesi arabi e sputazzi europei nei confronti degli americani guidati dall’odiato Bush, perché in fondo, gli americani se l’erano voluta.

Guardando però i video del presunto massacro, posti all’inizio dell’articolo, i fatti, come sempre, parlano una lingua sola, quella della verità, sbugiardando in maniera pressoché totale la vulgata che ci ha assordato per alcuni giorni, facendoci capire che la percezione e la verità non sono concetti equipollenti e che, l’Europa, deve rivedere priorità e visione del mondo se vuole sopravvivere con i propri costumi ed avere ancora una sua storia

Italo Muti