MATTARELLA PRESIDENTE...E NON SIAMO SU SCHERZI A PARTE
Il rottamatore ha vinto, con abile mossa ha fatto cadere il vecchio caimano in una trappola e ha fatto scacco matto, vedendo poi di arrangiarsi sulle riforme, seduto su di un destriero che lo porterà lontano, forse a Nusco, e non è un caso.
La mossa Mattarella è il capolavoro tattico di Renzi, l'uomo delle riforme una ogni 30 giorni, poi 60, poi 100, poi sine die, oppure, c'è la mano strategica di qualcuno un po' più tosto dell'imberbe bimbominkia fiorentino?
Il fatto che il tono sommesso di Mattarella, sinistra democristiana, non faccia ombra al sedicente talento piddino, va di pari passo con la messa in soffitta della diarchia che si era instaurata con il carrista, vero centro motore e garante del compasso in Italia.
Doveva essere Draghi, ma gli equilibri si muovono e il capolavoro tattico QE ha bisogno di un guardiano che tenga il servo tedesco lontano dai recinti in quanto non consono alla visione d'insieme per troppa ingordigia.
Ecco quindi il suggerimento proprio da Draghi stesso, un Sergio che accontenta e sa tacere, per accentrare poi le decisioni presso Renzi stesso, in modo da farlo collaborare direttamente con Francoforte, senza mediazioni e con idee che sembrino più sue e in linea con le direttive superiori.
Un Draghi che trova il tempo di bacchettare i banchieri sui bonus, lisciare il pelo al popolo bue e far fallire il de cuius nazareno per far decollare una stretta alleanza con le Ur-lodges di stampo europeo, rottamando le logge italiane, viste con profondo disprezzo.
Il disbrigo delle pratiche correnti faranno capo a Matteostaisereno, e fanno seguito ad un mercato in salita che riprende quanto di mancato è stato fatto a novembre e dicembre, e che promette ancora il tasto verde, con in numero ricorrente, 26%, che tanto è importante nella manovra fiscale renziana, perfin troppo.
E' vicina pure l'introduzione nelle UR-lodges, e il gran salto nel compasso vero, come Monti, Draghi e tante altre teste coronate, da Pontassieve con furore, mentre il popolo ancora vive in netta difficoltà.
Resta il vecchio caimano bastonato in quel di Cesano Boscone, tradito in parte anche dalle sue file, dall'inaffidabile Alfano, che però dovrebbe ricordarsi della fine di Gianfranco Fini, anche se non gioca al superenalotto e non frequenta montecarlo.
Una buona scelta per il paese è stato sottolineato, come un tuffo nudi in un campo di ortica e cactus aggiungo io, barbaro e pessimo elemento
La mossa Mattarella è il capolavoro tattico di Renzi, l'uomo delle riforme una ogni 30 giorni, poi 60, poi 100, poi sine die, oppure, c'è la mano strategica di qualcuno un po' più tosto dell'imberbe bimbominkia fiorentino?
Il fatto che il tono sommesso di Mattarella, sinistra democristiana, non faccia ombra al sedicente talento piddino, va di pari passo con la messa in soffitta della diarchia che si era instaurata con il carrista, vero centro motore e garante del compasso in Italia.
Doveva essere Draghi, ma gli equilibri si muovono e il capolavoro tattico QE ha bisogno di un guardiano che tenga il servo tedesco lontano dai recinti in quanto non consono alla visione d'insieme per troppa ingordigia.
Ecco quindi il suggerimento proprio da Draghi stesso, un Sergio che accontenta e sa tacere, per accentrare poi le decisioni presso Renzi stesso, in modo da farlo collaborare direttamente con Francoforte, senza mediazioni e con idee che sembrino più sue e in linea con le direttive superiori.
Un Draghi che trova il tempo di bacchettare i banchieri sui bonus, lisciare il pelo al popolo bue e far fallire il de cuius nazareno per far decollare una stretta alleanza con le Ur-lodges di stampo europeo, rottamando le logge italiane, viste con profondo disprezzo.
Il disbrigo delle pratiche correnti faranno capo a Matteostaisereno, e fanno seguito ad un mercato in salita che riprende quanto di mancato è stato fatto a novembre e dicembre, e che promette ancora il tasto verde, con in numero ricorrente, 26%, che tanto è importante nella manovra fiscale renziana, perfin troppo.
E' vicina pure l'introduzione nelle UR-lodges, e il gran salto nel compasso vero, come Monti, Draghi e tante altre teste coronate, da Pontassieve con furore, mentre il popolo ancora vive in netta difficoltà.
Resta il vecchio caimano bastonato in quel di Cesano Boscone, tradito in parte anche dalle sue file, dall'inaffidabile Alfano, che però dovrebbe ricordarsi della fine di Gianfranco Fini, anche se non gioca al superenalotto e non frequenta montecarlo.
Una buona scelta per il paese è stato sottolineato, come un tuffo nudi in un campo di ortica e cactus aggiungo io, barbaro e pessimo elemento