ALTE CARICHE PER IL 10 FEBBRAIO NE ABBIAMO?
I problemi della vita politica sono tanti, adesso il 10 febbraio è diventato un ostacolo, adesso che la sinistra ha tutte le cariche istituzionali, cosa fare, come direbbe Lenin?
Che maledizione eh, cari Mattarella, Boldrini e Grasso, dovere fare i conti con la storia, trovarsi faccia a faccia con la propria tradizione fatta di omicidio, violenza, stupro, sopraffazione, che effetto fa, non è una gran cosa, e allora scappate, scappate come vigliacchi, come dei Don Abbondio, anzi, peggio di Don Abbondio, visto che i bravi che vi assillano non ce li avete.
Avete invece il problema di far collimare il vostro credo, cieco e prevenuto, con la realtà dei fatti, e questo non si può, avete scavato una fossa tra vittime di serie A e vittime di serie B e, in scioltezza, avete sputato ancora su quei morti, colpevoli solo di voler rimanere italiani, di un amore della Patria infinito, tanto grande da subire umiliazioni, torture e la morte.
Ma tu pensa che sogno, rimanere italiani, poi il treno colmo di sfollati istriani il 16 febbraio 1947 proveniente da Pola, arrivò a Bologna il 18, dove fu preso a sassate da militanti comunisti, dove il latte per i bambini fu gettato sui binari, e fu costretto a ripartire. La famosa bandiera rossa con falce e martello, che brava gente eh...
Bambini, donne, vecchi, uomini, nulla fu risparmiato e, non furono solo pochi fascisti a crepare dopo sofferenze immonde, a morire nelle foibe, furono tanti cara presidenta, e solo i suoi colleghi Pisapia e Vendola, si opposero al 10 febbraio come data del giorno del ricordo, tanto per ricordare un altro fatto.
Il non partecipare alla cerimonia, vuol dire uccidere ancora, come allora, con l'aggravante della conoscenza dei fatti, che non possono cambiare a vostro piacimento, ma restano lì immobili, testardi, non cambiano mai.
Un po' come fece Pertini quando baciò la bara di Tito, e condonando gli infoibatori dai loro crimini, fece scendere il disprezzo per quei morti, giusto per ricordare quando la vostra visione della giustzia sia lontana da quella degli uomini, del comune sentire e della storia.
Alla fine resta solo il fatto che giuliani, dalmati e istriani furono massacrati, torturati ed uccisi per il solo fatto di essere italiani, resta il dolore di un esproprio di terra e ricordi che ha colpito la parte orientale dell'Italia che non sarà più tale, con un rivolo enorme di sangue, ferite e morte che fa male, malissimo, ma è peggio il negare che tutto ciò sia successo, non insegnarlo a scuola perché si sappia, ed il fatto che il Presidente della Repubblica diserti la cerimonia di Basovizza, ufficializza se ci fosse il dubbio, che i morti delle foibe e gli esuli, non contano nulla per i costruttori della menzogna democratica
Adesso, per la prima volta, allego uno dei ricordi di casa mia, una cosa che era lì nella mia mente e che mia madre mi ha tramandato...
era notte, bussarono alla porta, fui estratto a forza, erano tempi brutti per noi italiani, mi buttarono in mezzo agli altri dopo avermi preso a calci, mi strapparono la camicia, mi sputarono addosso e mi incamminai con gli altri italiani colpevoli di essere tali. ci portarono lontano vicino ad una foiba, sghignazzavano, era buio.
arrivammo alla fine del viaggio e ci fecero scendere dal camion, e vidi cadere gli altri nel dirupo, ad alcuni spararono, a me diedero una spinta con un fucile ma riuscii a tenermi con le mani alla sommità della foiba. alzai lo sguardo e cercai di aiutarmi con i piedi per risalire e allora mi spezzarono le dita e caddi all'indietro...
Così morì il cugino di mia madre in provincia di Gorizia, 13 anni
arrivammo alla fine del viaggio e ci fecero scendere dal camion, e vidi cadere gli altri nel dirupo, ad alcuni spararono, a me diedero una spinta con un fucile ma riuscii a tenermi con le mani alla sommità della foiba. alzai lo sguardo e cercai di aiutarmi con i piedi per risalire e allora mi spezzarono le dita e caddi all'indietro...
Così morì il cugino di mia madre in provincia di Gorizia, 13 anni
OGNI VERO ITALIANO E' ANCHE DALMATA E GIULIANO