INTRAFOTTERE
La Primavera Araba si è spostata in Occidente, oppure il movimento degli indignados è meno puro di quanto voglia sembrare?
Domanda dalla risposta scontata sapendo che dietro Occupy Wall Street c’e ACORN e il suo rebranding, associazione vicina al Tanned alla ricerca di una linea politica, con tanto di donazione dell’amministrazione Obama di (79.819 $). Gli Dei, vista la crescente disaffezione della gente nei loro confronti, hanno pensato bene di appoggiare con la mano sinistra tale movimento, cercando di sviare l’attenzione sui fatti reali che rendono il momento scuro, come una canzone dei Cure.
L’uomo Goldman d’acciaio, Mario Draghi, ha fornito, infatti, delle dichiarazioni pertinenti allo scopo, partendo qualche giorno prima. Manca uno sforzo per i giovani nella manovra del governo italiano, come in quelle degli altri, peraltro, affermazione seguita dall’appoggio agli indignati e al peccato finale dopo la battaglia di Piazza San Giovanni. Bravi ragazzi ma l’eccedere ha squalificato gli attori e, gli assi, saranno calati in seguito, quando la campagna stampa “le persone serie, penseranno a mettere le cose a posto” partirà in tutta la sua virulenza.
Proprio il contendere di questa protesta, e della rabbia della gente, quella normale che non va alle manifestazioni con caschi e spranghe, è il fulcro di ogni discussione.
Le Banche, che razza di mestiere fanno? Quello che abbiamo imparato sui libri Astolfi-Negri di tecnica bencaria e ragioneria, ci hanno sempre raccontato un verità accademica ma distante dalla realtà quotidiana? Nel luglio 2007 la crisi dei mutui sub-prime Usa, spinti oltre i limiti della tolleranza di bilancio, lanciò un primo segnale d’allarme, che continuò con tutto il 2008, quando entrarono in crisi aziende e banche. La spinta di questi simpatici mutui servì a far rialzare il mercato immobiliare statunitense, drogandolo, ma essendo molto rischiosi, furono cartolarizzati e venduti erga omnes, sic et simpliciter.
Quando non fecero più prezzo facendo mancare liquidità al sistema, istituti bancari et similia dovettero vendere i titoli core, provocando una discesa dei corsi azionari, che si riflesse in tutti i fondi, compresi quelli quantitativi. Nel 2008 la pessima gestione del credito, troppo a troppo pochi, l’aver puntato su titoli spazzatura, i mancati rientri e lo strozzamento delle piccole e medie imprese, portò il sistema bancario sull’orlo del collasso. Il fallimento di LB per guerra geo-finanziaria, accrebbe la sensazione di un redde rationem, ma fusioni ed interventismo di stato made in Usa fece rimbalzare i mercati, non curando però in maniera eziologica la crisi.
Il nocciolo del problema sta nelle funzione delle banche. Prestano denaro e lo impiegano, o fanno affari esclusivamente per loro stesse, sul proprio portafoglio, ampliando nel contempo le zone di influenza? Se alziamo il tiro, Goldman Sachs, JP Morgan, Warburg, sono nel nucleo delle famose 13 famiglie that rule the world, il meglio delle lobby massoniche ed ebraiche, anche se all’inizio erano 5, partecipano alla Trilateral, al Gruppo Bilberberg, al CFR, fanno affari per sviluppare il proprio potere e il controllo totale sui governi, che assomigliano sempre di più a dei fantocci.
Se invece, voliamo basso, le banche italiane non hanno liquidità, persa in operazioni sbagliate in titoli, Argentina, Grecia, Irlanda, Spagna, in una continua pessima gestione del credito e in un sovradimensionamento del personale Per ogni non rientro di livello ci sono fidi o aumenti fidi negati ai piccoli, tipo la Banca impopolare mediolanensis, dove il mutuo per acquisto prima casa viene accordato fino a 160.000 e., quello per ristrutturazione è stato abolito, quello di liquidità annullato completamente. I tassi sono da usura, lo spread è diventato variabile fino a 4 punti, visto che per approvvigionarsi di liquidità, le banche la strapagano e la offrono a tassi folli, considerando dove si trova l’Irs adesso.
L’ingordigia e il dilettantismo non pagano mai a lungo andare, le colpe sono ben precise e delineate, e anche chi doveva controllare, tipo la Banca d’Italia, non ne esce benissimo, neanche se appoggia in maniera improvvida e pelosa la protesta indignata.
Alla fine, trattare la gente sempre come parco buoi, si rivela un autogol, perché a furia di prendere fregature, dagli investimenti ai crediti, dai costi del conto corrente a quello del deposito titoli, i clienti si stufano e, alle volte, l’educazione lascia il posto alla rabbia.
Italo Muti