sabato, gennaio 16, 2010

NO CASH BUT FOR US....


Passata è la tempesta? Siamo davvero fuori dal tunnel? Prima di gridare evviva, forse bisogna guardarsi bene attorno, procedere con passo felpato e non fare dichiarazioni spocchiose.
La situazione è comunque fluida e i ribassisti sono sempre lì, pronti a intervenire e a seminare dubbi nel mercato, nei risparmiatori più timorosi e già proni sul sacro altare delle vittime sacrificali.

I vari problemi vanno riportati nei loro giusti termini, anche quelli imeresi, simbolo di una delle caratteristiche italiche che rende la rinascita di questo Paese un’impresa improba.

Il Gruppo Fiat ha avuto un 2009 d’oro, anche se l’anno è stato difficile per molti, per quasi tutti, rendendo la vita comune una vera merda.
I risultati sono lì belli freschi a dimostrare una ripresa consistente, della serie basta con le pezze al culo:

+7,1% i volumi, +0,5%la quota del mercato europeo occidentale, migliori vendite dal 2001, lo stesso per Lancia e Alfa Romeo;

in dettaglio , le immatricolazioni rispetto al 2008 sono state +79% in Germania, +12% in Francia e +14,2% in UK
.

Tutto ciò grazie ad un improvviso amore smodato per le automobili Fiat, per la nuova Punto e la nuova Panda? Una febbre che ha pervaso l’Europa? E’ questa l’Influenza A per cui bisognava vaccinarci pena la morte o l’incauto acquisto di una BMW?

Considerati gli aiuti corroboranti sotto il nome in codice di incentivi alla rottamazione, visti i risultati economici, allora chiudiamo Termini Imprese e andiamo dove la produzione costa meno.

Se la location era sbagliata, imbecilli ad andarci, se c’era un premio nascosto, allora non puoi andartene dopo aver preso il Grisbì. Se te ne vai, allora riconsegni allo Stato il maltolto con interessi.

Altrimenti i consigli di altri illuminati come LC di Montezemolo, o Della Valle, già consueto nello spostare nella produzione in Cina dove i costi sono decisamente minori, come i diritti (ah che bella cosa la coerenza), non li puoi mettere in atto. Senza dimenticare poi il peccato originale, il regalo dell’Alfa Romeo a Gianni Agnelli da parte di Our Man Prodi. Fra ottimati ci si intende sempre, anche se sono fra i fondatori dei governi tecnici, altro flagello immane e spolpante delle casse italiche.

Ma se i numeri del Gruppo Fiat, privato anzi privatissimo, sono convincenti, non così quelli dell’azienda Italia. Ripresa incerta e lenta, consumi ai minimi, redditi in calo e boom della cassa integrazione nel 2009. Ma non era tutto finito? E alla gente cosa diciamo? Marchionne è contento? Beh, è sempre la parola del Draghi nazionale, anche lui partecipante alla riunione sul Panfilo Britannia in veste di direttore generale del Tesoro. Caro Silvio, ti vedo accerchiato, non ti vedo benissimo. Hai anche trovato Giuda, tanto per rimanere nel classico, sperando che si ricordi la corda.

Italo Muti

64 Comments:

Blogger Roberto Gotta said...

Caro Italo, sai che io ti seguo sempre, anche se quando iniziano i numeri mi perdo, meschino sulle cifre come sono. Apprezzo molto la frase "Se la location era sbagliata, imbecilli ad andarci, se c’era un premio nascosto, allora non puoi andartene dopo aver preso il Grisbì. Se te ne vai, allora riconsegni allo Stato il maltolto con interessi", ma si tratterebbe di impresa responsabile, dunque adieu...

6:25 AM  
Blogger jeremy said...

Su Termini Imerese avrei una proposta, che va bene per qualsiasi azienda in generale. Vuoi dismettere impianti e licenziare migliaia di lavoratori (scelta legittima, per carità, finche si resta nei termini di legge)? Ok, regalameli! Gli operai di Termini sono competenti nel costruire macchine? Ok regalagli l'impianto. Si fanno una bella cooperativa oppure gestiscono loro la vendita dell'impianto a qualcun'altro. Stessa cosa per chi licenzia e chiude aziende affermando che non è piu produttivo. Regalate le aziende a chi ci lavora dentro. I rami d'azienda ovviamente, che i debiti te li sei fatti e te li tieni tu. Nessun assistenzialismo, che il posto di lavoro è un diritto da conquistare con fatica e se è davvero "utile". Ma almeno cambiamo qualcosa nel capitalismo selvaggio.

9:11 AM  
Blogger jeremy said...

Vorrei riportare il magnifico esempio dell On. Mantovano: "se a casa mia dimentico una finestra aperta e arriva una tempesta che mette a soqquadro l'intera stanza la prima cosa che faccio è chiudere la finestra...non cercare di mettere ordine". Io credo che dovrebbe essere questa la logica con cui fare le riforme e risolvere i problemi di questa nostra nazione, che ha mille finestre aperte.....

11:33 AM  
Blogger Italo Muti said...

@RobertoGotta
Ciao Bob, non sarebbe ora di iniziare? In fin dei conti gli abbiamo dato tanto, poi che vadano dove vogliono, ma non con i nostro soldi
Italo

12:22 PM  
Blogger Italo Muti said...

@Jeremy
Quoto la tua proposta, così i lavoratori crescono anche come testa e vedono tutto il quadro e non singoli pezzi. Fotteremmo anche l'assistenzialismo.

Beh Mantovano dice cose condivisibili, io comincerei, fossi in lui, con casa sua. Cosa c'entra Spartacus (orami hai lanciato una modoa)?
Italo

12:25 PM  
Blogger jeremy said...

Italo, ovvio: prima si migliora se stessi e poi gli altri.

1:52 PM  
Blogger spike said...

@Italo
ho gli anni per ricordare che all'epoca Prodi, l'Alfa l'avrebbe venduta alla Ford, ma il governo (Craxi mi sembra, non ho voglia di controllare) si mise di traverso. Lui ebbe la grave colpa di non trarne le conseguenze.

Ad onor del vero, la fiat pagò più di mille miliardi di lire epr l'acquisto, ma ford (Henry Ford soleva dire :Quando vedo passare un'alfa mi tolgo il cappello) offriva di più.

Ps: per il quadro macroeconomico generale sono molto pessimista-

2:49 PM  
Blogger Italo Muti said...

@Spike
Our Man Prodi, disse:«Volevo vendere l’Alfa alla Ford, fecero di tutto per impedirmelo e ci riuscirono». Fu sbugiardato da Fabiano Fabiani, ex ad di Finmeccanica e all’epoca dei fatti a capo della delegazione che trattava per conto dell’azionista pubblico la cessione della casa automobilistica di Arese: «Non ho percepito un’opposizione di Prodi all’acquisizione dell’Alfa Romeo da parte della Fiat». L'Alfa Romeo, stava perdendo centinaia di miliardi l’anno eppure la Ford, che sbavava per il biscione automobilistico, avanzò un’offerta assai generosa: ben 3.300 miliardi di lire circa per acquisire gradualmente il pieno controllo entro otto anni, piano di investimento di 4.000 miliardi per il quadriennio successivo all’acquisto, ottime garanzie per coloro che risultavano impiegati nel carrozzone. L’offerta venne formalizzata il 30 settembre del 1986 e restava valida fino al 7 novembre dello stesso anno. Prodi allora chiamò Cesare Romiti: per ottenere un rilancio Fiat, che arrivò il 24 ottobre, ma era infimo.Il prezzo di acquisto di 1.050 miliardi, in cinque rate senza interessi, prima rata nel 1993 (alla fine Fiat sborsò in realtà tra i 300 e i 400 miliardi), poi 4.000 miliardi di investimenti entro il 1995 e molti posti di lavoro da tagliare per recuperare competitività.Allora il 6 novembre l’Iri di Prodi cedette l’Alfa alla famiglia Agnelli, quella che dieci anni più tardi, con Mortadella al governo, sarebbe stata tenuta artificialmente a galla con gli ecoincentivi per l’auto.
Essere sul Panfilo Britannia rende, Heny Ford li detestava.
Italo

3:03 PM  
Blogger Italo Muti said...

@Jeremy
Hai anche tu la tua parte sociale, come da tradizione. Ne sono felice e non dubitavo

3:04 PM  
Blogger jeremy said...

Italo, la destra è principalmente sociale e contro la plutocrazia. Io sono contro la plutocrazia, per l'iniziativa privata, per il controllo ma non l'ingerenza statale, per le imprese come attività di fondamentale valenza sociale, per le leggi uguali per tutti, per l'uguaglianza di fronte ai bisogni primari (sicurezza, salute, istruzione, evoluzione), per i doveri che portano diritti e non viceversa, contro l'assistenzialismo selvaggio. Tutto questo verrà inserito nel programma di partito.

3:15 PM  
Blogger Italo Muti said...

@Jeremy
Sono d'accordo, totally, una destra vera e pulsante. Secondo me prendiamo un sacco di voti che adesso vanno alla Lega.
Però nel programma bisogna mettere per iscritto che bisogna sputare sul ritratto di Filippo il Bello, senza avere dubbi.
Italo

3:25 PM  
Blogger spike said...

@Italo
sulle memorie a postreiori da parte dei protagonisti sono scettico. Può darsi che Fabiani abbia ragione, o magari ricorda ciò per pararsi il fondoschiena, io ricordo dichiarazioni pro Ford fatte da Prodi nei tg e ai giornali. Magari anche quelle erano facciata.
Il resto è noto, anche allora si sapeva che Ford offriva di più. la scelta fu prettamente clientelare e noi ne abbiamo pagato le conseguenze. Nihil sub sole novi.

3:26 PM  
Blogger jeremy said...

Senza dubbio, mentre menzione speciale per Carlo Martello.

3:32 PM  
Blogger Italo Muti said...

@Spike
Guarda, io questa gente la detesto, ma devo essere freddo nelle risposte. Henry amava la vecchia ALfa, come il sottoscritto, ma su Prodi, uomo che al V direttorato del KGB chiamavano Our Man, non ti devi fidare. Come sul lodo Mondadori, gli amici del Britannia vengono prima, dello Stato non gli è mai fregato nulla.
E qui mi fermo, meglio per tutti e due.
Italo

3:47 PM  
Blogger Italo Muti said...

@Jeremy
Stasera brindero a Jacques de Molay, l'ultimo gran maestro ufficiale e domani vado a Chiaravalle da dove partì tutto. Per la verità dovrei andare in Borgogna, ma essendo ancora per un pò a Milano, faccio prima, tanto Bernardo ha fondato tutti e due i posti.
Italo

3:49 PM  
Blogger Tani said...

Per proseguire qui, il paragone con la situazione negli USA, cominciata sull'Indiscreto.

Anche li, "the too big to fail" banks, senza vergogna hanno preso gli aiuti per uscire dalla merda dove i loro "cervelli" gli avevano infilati, e hanno distribuito bonus ignobili ai loro "big guys" con Mr. Nice Guy colto impreparato. Qualche banca ha cominciato a restituire qualcosa, ma i numeri del passivo sono spaventosi. Con, appunto, Elfo Bernanke a tagliare $$$ in quantità industriale...

In tutto ciò, c'e' una sottile differenza con l'Italia.

Stampa, TV e siti web hanno denunciato la situazione con nomi e cognomi degli approfittatori. Non so se il Corriere o il TG1 hanno fato un conto di quello che la FIAT ha preso dallo stato "a gratis" negli ultimi decenni...

8:12 PM  
Blogger Italo Muti said...

@Tani
non lo farebbero neanche morti, neanche se costretti da una pistola. Negli Usa è differente, la stampa è decisamente meno timorosa e meno legata alla politica. Dicaimo che ci sono meno carrozzoni, questo non vuol dire che non esistono, ma inalcuni casi la stampa li avrebbe fatti neri.
Ciao Boss

Italo

8:26 PM  
Blogger Simone said...

Ola Italo,te ne intendi di esperimenti scientifici?
Sul finire dell'Ottocento,alla John Hopkins,testarono il sistema nervoso delle rane.
Scelsero di provare le reazioni dell'anfibio immergendolo in due pentole:nella prima,bollente,al contatto con l'acqua caldissima il ranocchio balzò via immediatamente.
Nella seconda,appena tiepida,si immerse tranquillo.
Rimase nel contenitore anche quando iniziò a riscaldarsi progressivamente,fino a morire bollito.
La situazione italiana mi sembra simile;non vedo come questo paese possa rimbalzare dal suo declino.
E saremo tenuti in vita,artificialmente,dallo stesso sistema che ne ha favorito la decadenza inarrestabile.
"Rule Britannia is (not) out of bounds".
Il b***********o è il suggello a questa epopea della marcescenza italica:etica,antropologica,
politica.
Negli anni dell'eutanasia a sinistra,dov'è la destra?
Il suo populismo antisociale,irresponsabile perchè odora di inferiorità culturale, sta creando le condizioni perfette per la bollitura di quella rana.
Il mio concetto,con gli anni,sta diventando sempre più Debordante:non penso che questo capitalismo possa essere riformato.
Ha,in fin dei conti,la stessa esigenza del socialismo reale;ma con velocità differenti.
L'iniziativa di Obama sulle banche è la prima mossa realmente politica fatta a Occidente da decenni,ma avrà ripercussioni concrete abbastanza irrilevanti.
E se fosse questa la sua strada, ritorneremo a Dallas nel 1963.
Ti lascio con uno stralcio geniale di un grandissimo visionario della letteratura...
"..Tutto un processo magico e fantasmagorico,perchè anche se loro,i credenti,si considerano gente pratica e realista,non rifiutano di accettare un pezzetto di carta sul quale,solo con molta attenzione,si può decifrare una specie di promessa assurda,in virtù della quale un signore che non firma neppure di propria mano si impegna,in nome dello Stato,a dare non so che Cosa al credente in cambio del pezzetto di carta.
E la cosa più curiosa è che a questa gente basta la promessa,perchè,che io sappia nessuno ha mai reclamato l'adempimento dell'impegno;e la cosa ancora più sorprendente è che,al posto di quelle carte sporche viene generalmente consegnato un altro foglio più pulito ma anche più pazzesco,sul quale un altro signore promette in cambio di quel biglietto di consegnare al credente una quantità dei suddetti pezzi di carta sporchi;insomma qualcosa di molto simile a una pazzia al quadrato.
...
E che tutta questa storia sia una faccenda di religione lo indicano innanzitutto termini come credito e fiduciario."
(Ernesto Sàbato,1961)

2:22 PM  
Blogger Italo Muti said...

@Simone
E' sempre un onore che riesca a passare da qui, destrorsi e merdaioli.
Una rivoluzione liberale, questa sarebbe una prospettiva interessante, con i tank vicini perchè le resistenze sarebbero grandi.
Cultura inesistente, barbarie varie nella società, gruppi di poteri che pensano solo ai loro interessi (anche giustamente, peccato che siano anche italiani), media orripilanti, la vosa è sconfortante.
Io però nn mi arrendo, non è nella mia indole, sempre con la voglia insana di Patria, alla ricerca della destra che vorrei e che non trovo.
Quando lo sconforto mi prende, penso a Teseo Tesei, un gigante anche nell'esempio e mi tiro su.
Sul vontesto generale, ci sono ancora diverse mosse, ma sia est che nei califfati aspettano per l'assalto finale. Pronto per la montagna?
Italo

5:34 PM  
Blogger Duccio said...

@simone

concordo con la tua posizione. argutissima e centrata la metafora della rana..

@all
alcune considerazioni random: sul presidio nazionale delle marche automobilistiche prima del caso fiat-alfa, segnalerei il molto più clamoroso affaire renault-fiat bloccato da charles de gaulle in persona. inoltre aggiungo che ruolo e campo d'azione dell'auto italiana oggi rientrano in un patto economico molto più complesso e perverso, apertosi molto dopo togliattigrad et similia, che coinvolge ruolo e sviluppo della ricerca italiana in mille campi, comprese le telecomunicazioni e lo sviluppo delle reti cellulari (in ogni caso applausi per stmmicroelectronics, perla italiana molto sottostimata sulla cronaca, titolare del brevetto sulle wii tanto per citare un esempio) che di fatto abbiamo svenduto in cambio del presidio sulle scatole a petrolio...in pratica come paese industriale siamo legati al successo o meno del multijet in us

12:39 PM  
Blogger jeremy said...

Dane, ti passero il mio libro di Storia Economica. Bellissimo. In quelle pagine capisci quanto l'Italia si sia suicidata.

7:27 PM  
Blogger Dane said...

Jeremy, sinceramente non aevvo anocra fiatato. Comunque, vista la tua proposta su Termini Imerese ti segnalo che la Triumph, gloriosa marca di moto inglesi (quella dei diari della motocicletta di Che Guevara, tanto per capirci...), era ad un passo dal fallimento e venne comprata da un americano che cercò di svilirla tentando di trasformarla in un altra Harley. I dipendenti se la ricomprarono diventando azionisti. Non credo che nè a Torino nè a Termini Imerese abbiano eguali palle...

p.s.: un'altra marca inglese, la Royal Enfield, veniva prodotta dagli inglesi anche con una sede in India. Quando l'azienda chiuse gli indiani rilevarono azienda, nome e produzione: oggi la Royal Enfield (interamente costruita a mano, anche le decorazioni sul serbatoio son fatte a pennello!!!) è un marchio indiano (che non è esattamente USA o Germany...) è forse il miglior prodotto artigianale motoristico al mondo...

10:56 PM  
Blogger jeremy said...

Dane, scusa ti ho confuso per fretta con Duccio. Conosco la storia della Triumph e della Royal Enfield, visto che sono un discreto conoscitore di moto (non certo per i diari della motocicletta, insomma...). In Italia non ci sono queste logiche, non c'è una cultura diffusa del fare impresa, anche dal punto di vista sociale. Spesso mi stupisco di quanti intraprendono un'attività in proprio, pur non avendone la mentalità. E infatti vivono sul "posizionamento" piu che su reali capacità competitive.

11:04 PM  
Blogger Italo Muti said...

@Duccio
Se proprio vogliamo essere precisi, l'auto non era più il core business del gruppo Fiat, per lo meno quando l'ultimo re d'Italia, Gianni I, era vivo. L'acquisto di Zavarov e Aleinikov, mai chiariti a livello calcistico, erano chiarissimo in altro scacchiere. Adesso le variabili sono molteplici, compreso l'affare Opel-Gazprom.
Come paese industriale non esistiamo proprio.
Simone è sempre avanti anni luce per noi.

@Jeremy-Dane

Pesate solo al marchio Hummer adesso di proprietà dei cinesi....

Italo

11:08 PM  
Blogger Simone said...

@Duccio:interessante ciò che dici sullo sviluppo delle tecnologie delle telecomunicazioni in Italia.
In questo caso riusciremmo a perdere il treno giusto non una volta,ma ripetutamente...
Pensierino crepuscolare e minaccioso della sera:la metafora mi fu suggerita,senza riferimenti scientifici,da un bosniaco che raccontò in quella maniera l'inizio del conflitto jugoslavo...

@Italo:prima o poi,quando avrò tempo per la sceneggiatura,ti occuperò militarmente un post con una storiella eccellente sui sinistri e la sostenibile pesantezza dell'avere.
Con il piccolo aiuto dei destrorsi.

11:09 PM  
Blogger Italo Muti said...

@Jeremy
vivono oltre che sul posizionamento, sui favori e le prebende, altro sport nazionale.
Italo

11:09 PM  
Blogger Italo Muti said...

@Simone
Sull'entità dell'avere dei sinistri mi sono infiltrato come ai bei tempi in Somalia.Un divertimento pazzesco. L'increbile è che si credono geniali. A sentir loro, Leonardo era un pirla.
Italo

11:12 PM  
Blogger Dane said...

Italo Muti, uno scempio idiota come l'Hummer MERITAVA di finire in mano ai cinesi.......

11:39 PM  
Blogger Italo Muti said...

@Dane
Non era il suv il problema, era il simbolo.
Not the truth but the perception.
Italo

11:46 PM  
Blogger Dane said...

Ma lo so, era una battuta. Di parte..... ;-)

11:28 AM  
Blogger Italo Muti said...

@Dane
Ciao figlio di Odino,

purtroppo è solo l'inizio. Alla fine ci lasceranno solo i velocipedi, neanche la bici.
Voglio vedere allora tu, Simone e Jeremy cosa farete.
Italo

7:46 PM  
Blogger Tani said...

Mbe, non un problema per jeremy. lui usa il triciclo...

9:31 PM  
Blogger Italo Muti said...

@Tani

lo voglio vedere sul muro di Huy col triciclo....
Italo

11:51 PM  
Blogger Tani said...

Guarda Italo, lui e' capace di farlo...

12:25 AM  
Blogger Dane said...

Ma se ha paccato pure la Milano-Treviglio mandando a puttane la preparazione atletica dopo una settimana?!... :-D

12:32 AM  
Blogger Italo Muti said...

@Dane
A questo punto, ci vuole la risposta di Jeremy, direi che s'impone
Italo

12:34 AM  
Blogger Dane said...

Ah, sì....s'impone sì....voglio vedere che alibi tira fuori.....

12:41 AM  
Blogger Italo Muti said...

@Dane
Moralmente è pronto, il fisico seguirà. Ci penserà la Decima.
Italo

12:46 AM  
Blogger jeremy said...

Dane, potrei ripostarti John Belushi che si scusa con Carrie Fisher ma non lo farò....l'idea del triciclo sul Muro di Huy pero mi garba molto....

2:01 PM  
Blogger Italo Muti said...

@Dane
hai visto che Jeremy, oltre alle orge, è ben presente e sempre vigile? Non avevo dubbi.

Italo

4:46 PM  
Blogger Dane said...

Resta solo da capire se nella trincea intenda fare il soldato o il sacco di sabbia...

p.s.: Italo, sono pronto a restituirti il DVD, eventualmente prossimamente ci vediamo ad un aperitivo come al solito. Ho bisogno di sapere come far fuori un po' di persone: avvocati, fastweb, dipendenti INPS, agenzie di recupero crediti, etc...

10:48 PM  
Blogger Italo Muti said...

@Dane

Per i sacchi di sabbi aho altre idee, Jeremy fante di marina.

Devo vedere nella mai agenda, ci sentiamo domani per tutto.

Italo

11:02 PM  
Blogger paperogha said...

poi dice che in Italia il comunismo lo voleva portare il PCI.
Il più grande imprenditore comunista della storia italiana è stato di certo l'avvocato oggi rimpianto dalle folle bianconere. La collettivizzazione delle perdite è un grande gioco di prestigio che definirei di marxismo finanziario: a ciascuno secondo le sue necessità (coprire i debiti fatti da una dirigenza evidentemente incapace) da ciascuno secondo le sue abilità (tenere in piedi qualche decina di migliaia di posti di lavoro e una squadra di calcio che fornisse il circensem necessario alla plebe).
Sarebbe interessante un libro che, come in un bilancio societario, elencasse gli attivi e i passivi che la FIAT ha portato a questo paese.
Mi chiedo: tenere in piedi artificiosamente un'azienda che non ha capacità di farcela da sola è criminale o è il prezzo che si deve pagare per evitare licenziamenti e rivolte sociali? Non è che di qui a qualche anno staremo a rimpiangere tutti i soldi spesi per tenere in vita il moribondo? Non è che il condottiero, che in nome della salvezza del libero mercato automobilistico ha preteso quei soldi, brandendo lo stesso principio smantellerà tutte le fabbriche italiane?
Vorrei che esistesse un politico in grado di elaborare una exit strategy provando a progettre un'Italia senza FIAT ("tutti utili ma nessuno insdispensabile" non dovrebbe essere un concetto valido solo per le squadre di calcio), ma temo non si ancora nato,

12:50 AM  
Blogger Italo Muti said...

@Paperogha

Volevo chiudere il computer per riposarmi prima che Giappone aprisse, ma ecco che una delle teste pensanti della sinistra mi manda un post. Che diamine, si risponde subito. Ciao Paperogha, sinceramente e senza smancerie. Fiat voluntas tua, era già scritto nei libri sacri...La Fiat ha fatto i suoi interessi minacciando di andarsene, ha diversificato in tantissimi campi sempre redditizi e, a volte, poco etici, ma si sa, pecunia non olet.
A spanne, ho una vaga idea che i contribuenti, noi, ci abbiano rimesso, la famiglia reale no.
Un Italia senza Fiat, difficile vederlo all'orizzonte, più facile con pochi stabilimenti.
Che possiamo fare, che possiamo dire, se non seguire la nostra santona che ha più volte espresso il sacro motto: Dada tracta est.
Sai com'è, i seguaci del noto filosofo greco Katsinculas sono prolifici.....
Italo

1:18 AM  
Blogger Tani said...

"La collettivizzazione delle perdite è un grande gioco di prestigio che definirei di marxismo finanziario: a ciascuno secondo le sue necessità (coprire i debiti fatti da una dirigenza evidentemente incapace).

Papero: standing ovation!

Immaginate che tesi di laurea sarebbe alla "Bocconi"...

Manderebbe in tilt il 90% delle giacche di velluto...

@Italo: tra me e te a bassa voce se no Dane ci sente: "Ma secondo te lui e' milanista?"...

5:13 AM  
Blogger Italo Muti said...

@Tani
A me la parola collettivizzare fa venire l'orticaria, figurati il resto.
Su Dane forse si e forse no, però è bravo nel comunicare. L'unico vero problema suo è che parte da un punto e poi ci attacca 2000 complementi oggetto e poi si perde e ci si perde dentro senza trovare più l'uscita.
Italo

9:37 AM  
Blogger Tani said...

Io l'ho battezzato "Il bisbetico non domato"...

3:37 PM  
Blogger Dane said...

Vi sento!...

5:02 PM  
Blogger Tani said...

Porco cane, non ci si puo stare in pace nemmeno a casa propria, che i vicini ti spiano...

5:23 PM  
Blogger Dane said...

Vicino sarai tu!...

6:33 PM  
Blogger jeremy said...

Chiunque è vicino di chiunque...io ho uno splendido rapporto con i miei vicini di casa: quando io sono in casa loro non ci sono e viceversa. E' bello avere una agenzia di assicurazione come vicino....:-)))

6:44 PM  
Blogger Italo Muti said...

@Dane
vicini di casa perchè questa è casa vostra?
It's a wonderful thing, isn't it?
Meno male che non hai detti ti sento come la Ruggiero....i'm not available...
@Tani
Hi number one,

non lo stuzzicare, ti prego, dopotutto non è comunista, è già un lato positivo

@Jeremy
Se è per questo hai anche un bar..

Italo

6:59 PM  
Blogger Tani said...

Dane, sai com'e'. Da straniero sono entrato a casa tua (vostra). Te da buon democratico mi hai dato dei diritti. Mo adesso son cazzi tuoi! Voglio dettare legge, se me lo impedisci ti chiamo "razzista di merda".

8:09 PM  
Blogger Italo Muti said...

@Tani

Ti rivolgi a Dane perchè è incline al dibbattitto (refuso Morettiano) democratico?
Guarda che ti mando Epifani, Veltroni, Visco, la Bindi e Moretti.Tutti insieme. Adesso sono cazi amarissimi my dear.

Italo

10:18 PM  
Blogger Tani said...

La Bindi proprio no, please. Per la par condicio mi posso sacrificare con la Carfi, possibilmente sotto il burka niente...

11:31 PM  
Blogger Italo Muti said...

@Tani

Se vuoi la nostra democrazia, parafrasando l'indefinibile dott. Sassaroli, ti devi prendere tutto il pacco, tralasciando la governante tedesca, severissima,in uniforme, due anni di contratto.

p.s.
La Carfy ha aderenze mooolto in alto.

Italo

11:41 PM  
Blogger Tani said...

Non sono mica geloso io....

11:43 PM  
Blogger Italo Muti said...

@Tani

quante ville hai, per esempio, in Sardegna?Nessuna società assicurativa?Squadre di calcio?

L'unica cosa è un numero superiore a 30.

Italo

11:47 PM  
Blogger Tani said...

Eh no e...Una squadra di calcio io c'e' l'ho. Alleno i ragazzini della squadra bicampione della Brown-Cottingham League.
Ok, il budget non è proprio quello del Milan (coffee and muffins dopo le partite), ma vuoi mettere il fascino dell'allenatore guru con le mamme che li ronzano intorno...

E poi che cazzo. Non ci sono più le donne di una volta. Tutte a correre verso il potere...

12:23 AM  
Blogger Duccio said...

@tani:

quanto c'hai ragione..ormai donne solo prone ad assessori forforosi di ogni genere e gusto.
hai notato anche tu l'assenza dagli schermi di pubblicità con muratori a bere birra?
il modello elitario versione sexandthecity/lipstick jungle è stato sdoganato, con effetti imprevedibili a cascata. a proposito vi consiglio una visita istruttiva al gattopardo il giovedì sera..

@italo muti:
alla governante tedesca severissima, proporrei una rumena con cui ho convissuto per 1 anno (mi subaffittava la stanza, niente di più :)). esule dalla romania, una delle poche sopravvissute del gruppo diplomatico di ceausescu, il giorno dell'apertura delle frontiere alla romania si incazza come un toro, "ora entrano pure quei rumeni del cazzo"...

9:23 AM  
Blogger jeremy said...

Italo, è il bar privato della Mursia. Pero se ho bisogno di un biglietto aereo ho due agenzie di viaggio affiancate....:-))

9:38 AM  
Blogger Dane said...

@Tani: "se me lo impedisci ti chiamo "razzista di merda"

Ma io lo sono...

11:55 AM  
Blogger Italo Muti said...

@Duccio

stavo citando amici miei che, come toscano, conosco a memoria.

Sulle romene, se sono come Bambola Ramona o la Badescu, ne possiamo parlare.

@Tani
se hai il nuemro giusto, vengono, oh se vengono, in every sense.Size does matter.
essere circondati da finocchi, ti consente di avere più prede insoddisfatte.

@Jeremy
Ma la Mursia non è una tua cliente?

@Dane
il razzismo è insito in noi, chi più chi meno.
Alcuni lo sanno sviluppare molto bene, poi deipende dalle situazioni

Italo

1:30 PM  
Blogger jeremy said...

Italo, veramente non mi stanno proprio simpaticissimi visto che mi rubano il segnale televisivo con quel cazzo di palazzo enorme....:-)

4:11 PM  

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